Giulio Orazio BraviIl dissenso religioso a Bergamo nel cinquecento
Atti del Convegno
Bergamo, 28 ottobre 2017
Palazzo della Provincia – Spazio Viterbi
a cura di Giulio Orazio Bravi
La diffusione nel Bergamasco delle nuove istanze che sostengono una radicale riforma della Chiesa è favorita principalmente da tre fattori: dalla vicinanza del territorio alla Valtellina e alla Svizzera, terre in cui il culto riformato è liberamente praticato e con le quali Bergamo intrattiene intensi rapporti commerciali e culturali; dall’urgente esigenza, avvertita da laici, da membri di congregazioni religiose e dallo stesso vescovo Vittore Soranzo, di un profondo rinnovamento della Chiesa, capace di porre rimedio a malcostume, abusi, ignoranza, superstizioni; da una viva e radicata cultura libraria ispirata all’umanesimo, presente in Città grazie all’attività di maestri e all’apertura di scuole pubbliche.
ll dissenso religioso tocca in Bergamo a metà del secolo il momento di massima manifestazione, per scemare poi lentamente sino a scomparire nella seconda metà del Cinquecento, quando l’applicazione rigorosa dei decreti del Concilio di Trento, la ferma repressione inquisitoriale costellata di condanne capitali e incarcerazioni, il venir meno della discreta tolleranza di Venezia tolgono possibilità di voce a ogni forma di opposizione. Questo volume intende approfondire il contesto storico in cui maturano in Bergamo fenomeni di eterodossia nonché analizzare la presenza in Città e nel contado di uomini e gruppi aderenti alle nuove dottrine, mettendone in evidenza l’origine sociale, la professione, le pratiche di lettura, gli ideali coltivati, l’esito dei loro drammatici destini, cosi come sono documentati nelle carte processuali dell’lnquisizione conservate negli archivi di Bergamo, Venezia e Roma.
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