La struttura per così dire orizzontale del racconto, nella quale si sviluppano le vicende dei diversi attori, è inserita in una specifica dimensione temporale che, per usare le parole dello zio Barba, è il secolo nel quale sono vissuto [il Novecento], un secolo tremendo, forse maledetto, che ha comportato l’annientamento di miliardi di esseri umani per fame, sete, miseria, sfruttamento, violenza, guerre, genocidi, malattie colpevolmente ignorate. Il secolo delle grandi migrazioni, delle grandi guerre, del grande sviluppo industriale e del corrispettivo grande abbandono del contesto rurale, che ha segnato il vero passaggio dalla società medioevale a quella “moderna”.
Tra i diversi temi affrontati, quelli forse dominanti sono riferiti proprio alle migrazioni e alle diversità. Migrazioni provocate da guerre (come quella degli Italiani in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, che vede il generale Massena impegnato nella ricomposizione dei resti mortali dei soldati ancora dispersi e sepolti nella steppa), da disastri ambientali (l’evacuazione dell’area di Chernobyl), dalla ricerca di benessere sociale ed economico (rappresentata dalle migliaia di badanti che da Est si affacciano verso l’Europa centrale), ma anche costruite su solide relazioni sociali e avvalorate da un fermento generale di ricerca di una diversa qualità della vita, dove i sentimenti, i valori, i convincimenti personali assumono una parte determinante nelle scelte degli individui. Migrazioni vissute di volta in volta, in relazione alle diverse circostanze di tempo e di luogo, come scontro o come incontro tra le diversità: lo zio Barba, la giovane Irina e ancor prima sua madre, il sassello albino.
L’albero del ginepro
Sullo sfondo del nuovo racconto di Battista Bonfanti, un uomo pienamente “dentro” le vicende sociali e politiche del nostro tempo, c’è l’ambiente rurale delle valli prealpine orobiche, l’ultima montagna incontrata dagli stormi di uccelli migratori che, scendendo da Nord, si affacciano dapprima sulla piana lombarda, per poi proseguire oltre e attraversare il Mediterraneo per raggiungere le coste dell’Africa. Una montagna che appartiene al vissuto personale dell’autore, peraltro mai identificata nelle sue coordinate geografiche, per non imprigionare il racconto entro uno specifico contesto territoriale, liberandolo quindi nella sua vera natura universale.
Formato : Brossura
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Informazioni aggiuntive
Peso | 250 g |
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Dimensioni | 24 × 17 cm |
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