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Amanzio Possenti

Tomaso Pizio Lo sguardo di un artista

Catalogo della mostra allestita nello Spazio Viterbi del Palazzo della Provincia di Bergamo dal 1 al 22 dicembre 2018.

” … Si transita dai volti di un bimbo alle maschere, dalle astrazioni totali alle figurazioni appena accennate, dagli slanci di un cavallo all’incontro con il cavaliere, dalla tipologia della ricerca astratta all’uso di pennellate temerarie eppure lucide…
Le emozioni – davanti alle pitture – si intersecano e si rapprendono, si sviluppano e si mimetizzano, si liberano dai laccioli della figurazione vecchia maniera, si fecondano davanti al mistero degli spazi, si incontrano nell’essenza pura del racconto.
Se le persone sono l’anima e appena accennate paiono posticce, esse vivono invece come trasfigurazioni immanenti. Insomma l’ambiente si sposa con l’uomo raccogliendone le istanze, le difficoltà, i problemi, le storie…
Ecco, le emozioni restringono la scena: se l’uomo ne è il protagonista, attorno a lui si dispiegano gli elementi dimenticati della quotidianità umile e semplice, sui quali l’Artista si sofferma con sguardo amico, di colui che condivide. Sembra di intravvedere, nel movimento interno al dipinto, la Valle nativa, quasi un caleidoscopio che rinserra e protegge i passeggeri, gli abitanti, i soggetti di infinite speranze in un domani in definitiva più umano. Nel quale Pizio deposita i suoi umori…”

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Tomaso Pizio nasce a Schilpario il 17 settembre 1932. Sin dall’infanzia manifesta una grande creatività.
Le prime “sculture” lasciano gradualmente il posto a sperimentazioni più serie e più sentite. La crescente passione per l’arte si concretizza con i primi dipinti e con i primi concorsi; trovandovi le conferme che da tempo cercava, decide di dedicarsi totalmente al mondo artistico all’età di trent’anni, età in cui, trasferendosi a Bergamo, riesce a trasformare la sua passione in lavoro. I soggetti favoriti, dai quali mai si distaccherà, sono elementi ed evocazioni della propria terra.
È stato uditore presso l’Accademia Carrara di Bergamo sotto la guida del Maestro Trento Longaretti e frequentatore del corso di grafica dell’Università di Venezia. Ci troviamo tra il finire degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta, quando lo stile della pennellata inizia ad assumere un tratto più propriamente caratteristico dell”artista.
Attorno agli anni Ottanta, la pennellata inizia a distendersi sempre più, sino a raggiungere forme astratte, quelle che oggi sono identificative dello stile di Pizio.
Il colore è un altro filo conduttore delle opere pittoriche; la brillantezza, la pulizia e gli abbinamenti contemporaneamente equilibrati e azzardati costituiscono la firma di questo artista. Tramite
la materia e le sue tonalità l’animo dell’artista si espone senza paura con tutta la sua fragilità e vulnerabilità; non vi sono filtri o mediazioni, il colore puro è specchio, ritratto diretto, di un animo e di una sensibilità altrettanto puri.
La poesia figurativa di Pizio è un invito a tutti a prendervi parte; apprezzata sia in Italia sia all’estero crea attorno a sé un’opinione internazionale favorevole, forse alimentata da quelle stesse intelligenza e vivacità creativa. ll carisma e l’umiltà contraddistinguono Pizio come artista, ma soprattutto come persona, che seppe mantenere questa influenza positiva finché si spense, il 18 febbraio 2003.

Informazioni aggiuntive

Peso650 g
Dimensioni28 × 21 cm
Autore

Editore

Anno

ISBN

9788872013854

Pagine

112

Illustrazioni

Legatura

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