A distanza di soli due anni, nel primo Cinquecento, uscirono le prime opere strettamente storiografiche dedicate alle origini e alla storia di Bergamo e del suo territorio: il De origine Orobiorum sive Cenomanorum di Giangrisostomo Zanchi (153 l) e il De origine et temporibus urbis Bergomi di Francesco Bellafino (1532). Quet’ultimo – che fu cancelliere della Comunità di Bergamo per quarant”anni, esperto di lingue classiche e storiografo ufficiale – pubblicò la sua storia cittadina unitamente alla Agri et urbis Bergomatis descriptio di Marcantonio Michiel, con lo scopo principale di glorificare i valori più marcatamente civili e municipali.
ll libro propone non solo un’aggiornata biografia di Francesco Bellfino, ma anche una lettura critica del suo testo storiografico, partendo dall’analisi dei miti fondativi di Bergamo sostenuti dall’autore e leggendoli alla luce del contesto in cui essi furono promossi per definire i contorni di una nuova identità civica, nata a seguito della ricomposizione del Dominio veneziano dopo i fatti della Lega di Cambrai.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.