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Eliseo Locatelli

Arlecchino che parla Bergamasco

“Mi son Truffaldìn Batòcchio, dalle valade de Bergamo ” …il tono deciso e fiero è di quelli che non ammetton repliche,…se non si e’ troppo pignoli……..

“..Racconta una filastrocca che il costume di Arlecchino sia nato dalla fantasia di una mamma che lo rimediò dai ritagli di altri costumi più ricchi. Naturalmente questa è solo un’invenzione, ma ricordo una mamma, la mia, che cucì per davvero il costume di Arlecchino al suo bambino. E forse non ebbe neppure la soddisfazione di un sorriso di riconoscenza, perché a quell’età io preferivo mascherarmi da Zorro o da cowboy… Ringrazio ora la mia mamma per avermi insegnato, fra l’altro, che Arlecchino vale più di uno stereotipo di moda. La sua maschera ha una dignità che va ben oltre il pretesto occasionale per cui la si indossa: vive nel cuore e vive in rapporto al dialogo che si instaura quando va in scena la commedia, molto spesso rappresentazione stessa della vita. Nasce da qui l’impegno di difendere la verità con questo libro, quasi confidenziale, ricco di sfolgoranti immagini e documenti storici, così da assolvere anche un debito di riconoscenza verso sinceri maestri dai quali ho imparato ad approfondire valide testimonianze del passato per tener vivo il dibattito culturale. La speranza è che il libro sia ben accolto anche da quanti non lo riterranno sempre ortodosso…..”. L’Autore

 

 

 

Fotografie b/n e a colori
Formato : Rilegato

 17,00

Non disponibile

Vestito di pezze multicolori, che giostrano con arguta ironia antiche livree servili, Arlecchino ci viene incontro in una estroversa complessità di ruoli ed esibizioni che testimoniano un repertorio di ampio coinvolgimento. La sua maturità artistica è frutto comunque di un lungo e sofferto percorso, che per buona parte condivide le sorti dei valligiani bergamaschi proiettati nel mondo a sfidare l’assillo della fame e della miseria. In questo senso Arlecchino raccoglie l’eredità degli Zanni, che a loro volta risultano tributari di antiche ritualità legate alla figura scaramantica dei Selvatici alpestri. Ecco perché, ancora a distanza di molti anni e già reclamato interprete della commedia dell’arte presso le principali corti europee, Arlecchino non esita a dichiarare ad un pubblico, ormai cosmopolita, di “parlare” espressamente in bergamasco, trovando analoghe e ripetute conferme tanto nella tradizione popolare quanto nei repertori  accademici e teatrali giunti fino a noi con inalterata vitalità. Oltre alla matrice antropologica, il volume indaga anche le possibili chiavi di lettura della “Casa di Arlecchino” che a San Giovanni Bianco in Val Brembana accreditano le origini locali della maschera

Informazioni aggiuntive

Peso840 g
Dimensioni29 × 21 cm
Autore

Editore

Anno

Pagine

127

Illustrazioni

Legatura

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